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Lavanda dei piedi, le vetrate delle Suore del Famulato Cristiano
di Francesco MASTROMONACO - La Voce del Popolo del 30 marzo 2014
Il 24 settembre scorso si è celebrato il 46° anniversario dalla nascita di mons. Adolfo Barberis (1884-1967), con una solenne celebrazione eucaristica. presso la chiesa del Gesù all'interno della Casa generalizia delle Suore del Famulato Cristiano (via Lomellina 44, Torino), Istituto religioso fondato dal sacerdote torinese nel 1921 allo scopo di formare cristianamente e qualificare professionalmente le donne di servizio.
La ricorrenza è stata l'occasione per inaugurare e presentare ai fedeli le nuove vetrate della chiesa realizzate da Albano Poli (1935), artista veronese apprezzato per le composizioni cromatiche e il linguaggio astratto e allusivo delle opere, inserite armoniosamente nel contesto circostante.
Le vetrate esprimono le «pietre fondamentali» della vocazione delle suore del Famulato Cristiano e rispondono ai suggerimenti del fondatore, il quale ha ideato e seguito la costruzione della chiesa. La scelta di uno stile semplice e grazioso, impreziosito da delicati passaggi tonali e accostamenti di tinte calde e fredde, è stato pensato per trasmettere con immediatezza il significato delle opere, le quali non sono altro che un «inno al servizio» attraverso l'esempio di Gesù, di Maria e di Barberis, rappresentato come servo dei servi.
Due delle sei nuove vetrate raffigurano Cristo che si fa maestro «abbassando se stesso» durante la lavanda dei piedi ai suoi discepoli e l'offerta di cibo sulle sponde del lago di Genezaret. Si tratta di esempi cari a Barberis, attraverso i quali richiamava il valore del servizio invitando a «lenire in ogni dolore il Suo I dolore, curare in ogni ferita le Sue ferite, amare in ogni cuore il Suo Sacratissimo Cuore».
All'ingresso della chiesa, invece, sul lato sinistro si trova la vetrata dedicata a Maria nel mistero della Visitazione; linee dolci e attenti accostamenti cromatici rappresentano la Madre di Dio, modello ed esempio delle suore del Famulato per aver sempre compiuto la volontà del Signore, sperimentando attraverso il servizio la gioia e la pienezza dello spirito.
Sul lato destro, sono raffigurati don Barberis e la sua opera mentre nella parte centrale, sul vetro che permette di scorgere il crocefisso e l'altare anche dalla strada, vi è Gesù che invita all'incontro con Lui nei segni eucaristici che lo circondano, richiamati nelle due vetrate del Pane e del Vino ai lati dell'altare.
Il valore simbolico del Crocefisso, dell'Altare e del Tabernacolo risulta accresciuto dalla luce filtrata dalle vetrate che avvolge l'ambiente in un'atmosfera nella quale la luminosità diventa immagine visibile dello splendore di Dio. Barberis, infatti, considerava l’arte sacra un aiuto a comprendere le verità cristiane e ad approfondire il senso del sacro, un mezzo per incrementare la lode di Dio, una via per indirizzare gli uomini ai suoi misteri e alla contemplazione: «L'arte nelle chiese contribuisce al culto e aiuta la pietà umana, illuminandone l'intelletto, risvegliandone i migliori sentimenti».
di Francesco MASTROMONACO - La Voce del Popolo del 30 marzo 2014
Il 24 settembre scorso si è celebrato il 46° anniversario dalla nascita di mons. Adolfo Barberis (1884-1967), con una solenne celebrazione eucaristica. presso la chiesa del Gesù all'interno della Casa generalizia delle Suore del Famulato Cristiano (via Lomellina 44, Torino), Istituto religioso fondato dal sacerdote torinese nel 1921 allo scopo di formare cristianamente e qualificare professionalmente le donne di servizio.
La ricorrenza è stata l'occasione per inaugurare e presentare ai fedeli le nuove vetrate della chiesa realizzate da Albano Poli (1935), artista veronese apprezzato per le composizioni cromatiche e il linguaggio astratto e allusivo delle opere, inserite armoniosamente nel contesto circostante.
Le vetrate esprimono le «pietre fondamentali» della vocazione delle suore del Famulato Cristiano e rispondono ai suggerimenti del fondatore, il quale ha ideato e seguito la costruzione della chiesa. La scelta di uno stile semplice e grazioso, impreziosito da delicati passaggi tonali e accostamenti di tinte calde e fredde, è stato pensato per trasmettere con immediatezza il significato delle opere, le quali non sono altro che un «inno al servizio» attraverso l'esempio di Gesù, di Maria e di Barberis, rappresentato come servo dei servi.
Due delle sei nuove vetrate raffigurano Cristo che si fa maestro «abbassando se stesso» durante la lavanda dei piedi ai suoi discepoli e l'offerta di cibo sulle sponde del lago di Genezaret. Si tratta di esempi cari a Barberis, attraverso i quali richiamava il valore del servizio invitando a «lenire in ogni dolore il Suo I dolore, curare in ogni ferita le Sue ferite, amare in ogni cuore il Suo Sacratissimo Cuore».
All'ingresso della chiesa, invece, sul lato sinistro si trova la vetrata dedicata a Maria nel mistero della Visitazione; linee dolci e attenti accostamenti cromatici rappresentano la Madre di Dio, modello ed esempio delle suore del Famulato per aver sempre compiuto la volontà del Signore, sperimentando attraverso il servizio la gioia e la pienezza dello spirito.
Sul lato destro, sono raffigurati don Barberis e la sua opera mentre nella parte centrale, sul vetro che permette di scorgere il crocefisso e l'altare anche dalla strada, vi è Gesù che invita all'incontro con Lui nei segni eucaristici che lo circondano, richiamati nelle due vetrate del Pane e del Vino ai lati dell'altare.
Il valore simbolico del Crocefisso, dell'Altare e del Tabernacolo risulta accresciuto dalla luce filtrata dalle vetrate che avvolge l'ambiente in un'atmosfera nella quale la luminosità diventa immagine visibile dello splendore di Dio. Barberis, infatti, considerava l’arte sacra un aiuto a comprendere le verità cristiane e ad approfondire il senso del sacro, un mezzo per incrementare la lode di Dio, una via per indirizzare gli uomini ai suoi misteri e alla contemplazione: «L'arte nelle chiese contribuisce al culto e aiuta la pietà umana, illuminandone l'intelletto, risvegliandone i migliori sentimenti».